Sentiero CAI n. 239
Comprensorio: | Monte Cucco |
Località partenza: | Bivio sentiero 226 |
Località arrivo: | Bivio sentiero 240 |
Numero: |
239
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Quota partenza: | 1465 metri |
Quota arrivo: | 1400 metri |
Quota massima: | 1566 metri |
Dislivello: | 100 metri |
Vecchia numerazione: |
14
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Lunghezza: | 1,2 km. |
Difficoltà: | E |
Tempo andata: | 0,25-0,30 ore. |
Tempo ritorno: | 0,30-0,40 ore. |
Il sentiero 239 (contrassegnato dal numero 14 nella vecchia numerazione) del Parco del Monte Cucco è un breve percorso (circa 1,2 km) che permette di raggiungere la panoramica vetta della montagna partendo dal percorso ad anello (sentieri 226 e 240) che gira tutto attorno alla cima principale.
La partenza è posta sul sentiero 226, nella parte settentrionale del Cucco, ed è ben segnalata da un cartello con frecce direzionali, indicante anche i tempi di percorrenza.
Si inizia subito a salire in maniera decisa, prima sui prati e subito dopo su alcune roccette, superando anche qualche tratto che presenta una leggera esposizione, e terreno sdrucciolevole su cui fare attenzione (niente di particolarmente difficile, ma un po’ di cautela è d’obbligo).
Lungo il percorso, comunque molto ben individuabile e praticamente impossibile da sbagliare, sono posti sulle rocce anche diversi segni CAI indicanti il vecchio numero del sentiero (14).
Terminata la parte più esposta e ripida, le pendenze si attenuano, e la traccia ben marcata sui prati si dirige verso la vetta, che si raggiunge in breve tempo.
Il punto più alto del Monte Cucco si trova su una bella cresta, leggermente esposta ad est, ed è contrassegnata da un cumulo di pietre, senza indicazioni. Il panorama dalla cima è veramente superbo, con vista a 360 gradi che spazia dai monti Catria e Nerone a nord, al litorale marchigiano con l’inconfondibile sagoma del Monte Conero a est, fino alle alte catene montuose del Gran Sasso, dei Sibillini, della Laga e dei Monti Reatini in direzione sud, ed infine verso ovest al Lago Trasimeno e, sullo sfondo, i lontani Monte Argentario e Monte Amiata.
Seguendo la cresta si incontrano altri cumuli di pietre con delle rudimentali croci di legno, e si inizia quindi a scendere in direzione sud, attraversando gli scoscesi prati, iniziando a scorgere, circa 300 metri più in basso, il piazzale di decollo dei deltaplani.
La discesa termina incrociando nuovamente l’anello che circonda la montagna, qui contrassegnato dal numero 240, a poca distanza dal piccolo Rifugio Valcella.